La storia dell’agire e del pensiero umano è segnata dal ricorrere di un numero, il Tre. Da Pitagora al Sommo Dante, questo numero edifica nuovi scenari. “Omne trinum perfectum est”. Non a caso, nel terzo giorno dall’inizio della Creazione Dio separa le acque dalla terra, affidando a quest’ultima il ruolo di madre. Simbolo di una nuova energia prolifica e appassionata, il numero Tre diviene, quindi, faro e porto sicuro delle arti e dell’ingegno.
Il 1717:
“Anno Domini MDCCXVII” non è solo un anno, solo un numero: l’uno e il sette che si ripetono specularmente, scandendosi come imperativo indelebile nella memoria. Nell’uno, la sintesi del tutto: il “Primus Movens”, l’Eterna Fonte da cui tutto nasce e a cui tutto inesorabile torna, costituendo un solo corpo. È inizio, è energia. Sette, invero, è il numero che si riferisce al riposo dopo la creazione, a sottolinearne completezza e perfezione. È Sapienza, è compiutezza. La loro unione ci restituisce un nobile fine da costruire con quella energia d’animo e sapienza capaci di sfidare ostacoli e paure.
La Cazzuola:
L’uomo è capace di grandi prodezze e le mani sono la forza del suo ingegno. Tutto ha inizio con le mani e anche il lavoro più umile diventa storia: creano, plasmano e tramandano strumenti, a ciascuno secondo il proprio talento. Ai Muratori è affidata la cazzuola. All’apparenza rozza, rudimentale, con la sua forma che ricorda un lampo, si rivela essenziale: compatta la malta, accosta, livella gli strati, conferendo armonia e solidità. Immagine viva di una saggezza umile ed edificante, la cazzuola simboleggia i cicli del Grande Architetto dell’Universo: nascita, trasformazione, distruzione e rinascita.